Sacerdotessa, leoni, obelischi e la via delle iscrizioni delle necropoli rupestri

Sacerdotessa, leoni, obelischi e la via delle iscrizioni delle necropoli rupestri


Il Parco Regionale Marturanum conserva al suo interno la necropoli più sontuosa esistente in Italia. Monumentali tombe etrusche si stagliano incastonate in un ambito naturalistico di soave bellezza. Tumuli e tombe a camera, mantengono intatto lo splendore del loro interno: intagliate nella roccia come camere realistiche, riproducono l’ultima casa di chi lì fu sepolto millenni addietro.
 
Un’escursione alla scoperta un itinerario che rappresenta appieno il territorio. Il percorso naturalistico è infatti ricco di reperti archeologici che si fondono nella natura incontaminata del  Parco Regionale Marturanum. Ammireremo l’ampio panorama sulla forra per poi discendere a visitare le necropoli rupestri e la Tomba del Guardiano che ancora oggi, dopo millenni, sorveglia la necropoli.
 
Camminando su un suggestivo tratto a ridosso della parete tufacea arriviamo alla tomba Tanzinas, una delle poche che presenta una iscrizione che ci permette di ricostruire parte della storia della famiglia alla quale era appartenuta  
 
Proseguiamo la nostra visita nel piccolo Borgo di Barbarano Romano e nel suo museo che raccoglie gli oggetti e i reperti trovati nelle sepolture che, come simbolo del defunto, hanno attraversato i secoli portando con sé la memoria di quelle genti.
 
Il piccolo borgo, costruito su un’altura vulcanica, è stato probabilmente sede in età preistorica di un villaggio dell’età del Bronzo ma, le notizie di un insediamento si hanno solo con il Medioevo quando i longobardi vi si stabilirono. Al primo nucleo risalente al X secolo si aggiungono vari edifici dal XII al XVII secolo.
Le case, affacciate sull'oblio e costruite con lo stesso materiale della rupe, descrivono, con tetti, torri e campanili, il profilo di questo borgo, sospeso sulla forra che lo circonda, tra realtà e fantasia.
 
Cammineremo nelle vie del piccolo centro, cinto da mura, con torri e porte di accesso al paese, che racchiude importanti edifici e scorci di notevole bellezza. Da un piccolo vicolo entriamo nel Museo Archeologico e scopriamo i reperti provenienti dalle necropoli rupestri etrusche del territorio circostante: sarcofagi in nenfro, urne cinerarie, terrecotte votive, vasi in bronzo e vasi falisci, ceramiche attiche a figure rosse e vasi greci a figure nere, un leone in peperino e un cippo a forma di obelisco del VI secolo a.C.
Scopriamo anche una collezione di riproduzioni di parti anatomiche usate come ex voto e un obelisco funerario in tufo alto oltre tre metri, ed alcuni sarcofagi in tufo con la rappresentazione scolpita del defunto.
 
Tra questi, è noto quello detto della "sacerdotessa" perché vi è raffigurata una figura femminile con rappresentazione particolareggiata dell'abito e dell'acconciatura dei capelli e che tiene in mano uno strumento ad uso religioso, da qui il nome del sarcofago.
Altra particolarità dell'opera è che, accucciato al lato della sacerdotessa, è raffigurato un animale (un cane o, per altri, un cerbiatto) che mangia da una pater a(ciotola).
 


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