I castelli della teverina (VT)

I castelli della teverina (VT)

Fascino, imponenza, natura e storia per il percorso nelle valli nascoste della strada viterbese lambita dal Tevere, dove riposano tanti piccoli borghi fantasma, castelli e villaggi d’antico aspetto, talvolta nemmeno segnati sulle carte, eppure capaci di stupire il visitatore. Alcuni, anche se abbandonati, hanno mantenuto intatto il loro fascino arcano e misterioso altri, invece, sono rimasti pressoché intatti nel corso dei secoli e sono delle proprietà private.

Inizieremo dal borgo fantasma di Celleno antica, che presenta la stessa conformazione morfologica di Civita di Bagnoregio, seppur più piccola, meno nota e ormai abbandonata. Sorge su uno sperone di tufo e si erge tra due torrenti che gradatamente sfociano verso il fiume Tevere.

Il basamento di tufo ove poggia il borgo è purtroppo soggetto ad una lenta e progressiva erosione che sta mettendo in serio pericolo la sua stessa stabilità. Il Castello Orsini, posto all’ingresso della Celleno antica, è sicuramente la costruzione più bella all’interno del piccolissimo borgo.

Circondato da un fossato, il castello è munito di un imponente fortilizio e di una grande torre di guardia. Percorrendo le anguste viuzze, troviamo case ristrutturate che si presentano nella loro struttura originale e case completamente diroccate, che rendono il paesaggio particolarmente suggestivo.

Dopo la vista proseguiremo a piedi il nostro percorso per raggiungere il borgo di Roccalvecce, che si innalza su un piccolo sperone arrotondato con le casette in tufo, sovrastate in modo imperioso dal Palazzo-Castello Costaguti. Dalla sua collinetta ad ellisse si affacciata su un territorio che prosegue indisturbato sino ai Cimini, intorno a uno scenario d’incanto, fra campi coltivati, boschi e balze rocciose, a metà strada fra la valle dei calanchi e gli ambienti di forra con altopiani e gole. Oggi il Palazzo Costaguti è la sola “impresa” presente a Roccalvecce, oltre ad un ufficio postale non sempre aperto.

Prenderemo qui le auto per raggiungere l’ultima tappa, e la più affascinante, ovvero il castello di Montecalvello.  I Castelli sono delle splendide tracce della storia che permettono di compiere un viaggio a ritroso nel tempo. Varcata infatti la porta d’accesso, ci si trova immersi in un luogo rimasto fermo all’epoca rinascimentale in cui gli elementi della “modernità” non hanno mai avuto accesso. Nessun abitante fisso, tranne un guardiano e i suoi gatti.

Montecalvello non è un “normale” paese ma un vero e proprio borgo-castello privato, in cui le poche abitazioni erano e sono esclusivamente a suo servizio: si vedono una chiesetta (dedicata a Santa Maria), alcune costruzioni in cui risiedevano gli operai che lavoravano per i proprietari e il grandioso palazzo signorile, elegante rifacimento quattro-cinquecentesco di un maniero più vetusto, che all’interno custodisce affreschi e mobili preziosi. L’angolo più affascinante, è senza dubbio Piazza Castello, una sorta di corte interna ove prospettano la facciata del palazzo e quelle di casette assai più dimesse con i loro rustici portoni.

Fu acquistato dal conte Balthasar Klossowski de Rola, pittore franco-polacco contemporaneo celebre con il nome di Balthus, la cui famiglia ne è tuttora proprietaria. Questo grande artista, dall’animo raffinatissimo, fu definito dall’amico Federico Fellini “un signore del Rinascimento”. Visiteremo la corte e l’esterno mentre è facoltativo ed a pagamento l’ingresso alle stanze interne, guidato da uno dei sui ultimi eredi, e per un numero limitato di persone. 


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