Parco di Vulci (VT): la piccola Pompei del Lazio nella potente città etrusca

Parco di Vulci (VT): la piccola Pompei del Lazio nella potente città etrusca

Per secoli hanno provato a cancellarne la storia, ma la potente città etrusca di Vulci è ritornata trionfante in un Parco Archeologico Naturalistico tra i più belli ed emozionanti, protetto dal bellissimo castello e ponte “ad arcobaleno” sul fiume Fiora! Le necropoli etrusche con alcuni esempi di tombe monumentali, la strada romana con i basoli, la ricchissima domus del criptoportico, il mitreo, i resti del Tempio grande ed il porto sul fiume, ci guideranno nella vita di una delle più importanti città-stato etrusche.
 

Cosa vedremo e cosa non perdere durante la visita guidata del Parco di Vulci
La visita guidata al Parco Naturalistico Archeologico di Vulci è una delle esperienze più complete che la Tuscia possa offrire, in grado di coniugare una storia secolare ad un cammino in natura in un bellissimo paesaggio, all’incontro con un’infinità di strutture antiche, alcune delle quali ancora parzialmente accessibili e leggibili. Inserita in un contesto naturalistico di estrema bellezza, la visita al Parco di Vulci è una delle tappe imperdibili per chi ama la storia, l’archeologia, la natura ma anche per chi, nella storia ci vuole entrare fisicamente!
Nel cuore della Maremma Laziale, circondata da una campagna molto fertile, vicina al mare, solcata da un importante corso d’acqua e su di un pianoro, nacque l’antica città di Vulci. Era una delle città più importanti d’Etruria, il cuore pulsante della vasta regione occupata nel I millennio a.C. dagli Etruschi, che ha sempre intrattenuto stretti rapporti con i principali centri del Mediterraneo e per questa vocazione internazionale, si è colorata di aspetti tipici e ben riconoscibili. Da un suggestivo paesaggio emerge quindi un complesso variegato e multiforme di monumenti, storie e reperti e senza una guida turistica, se ne potrebbero perdere molti dettagli ed aspetti fondamentali.  

Le porte, le strutture fortificate e le mura di cinta bastano a darci la misura della grandezza di questo centro, che si estendeva su una superficie di 125 ettari, e non ha mai smesso di vivere sino all’epoca medievale: le necropoli etrusche dislocate a corona intorno all’area urbana con alcuni esempi di tombe monumentali, la strada romana con i basoli, i ruderi della ricchissima domus del criptoportico con sotterranei, latrine, ninfeo e terme, il Mitreo, i resti del Tempio grande ed il porto sul Fiora, introducono nella vita di una delle più importanti città-stato etrusca e poi divenuta romana. Ma la storia di Vulci è molto lunga ed affascinante e merita di essere conosciuta: Principi, pirati, abili artigiani, spregiudicati mercanti e agricoltori specializzati sono gli Etruschi di Vulci, gli attori protagonisti del sito che faremo rivivere nei loro luoghi più cari, ma che senza la narrazione della guida, potrebbero dissolversi nel rumore dei primi passi sul basolato.
 
 Delle necropoli particolare importanza rivestono quelle orientali, con grandi monumenti funerari etruschi, come il tumulo della Cuccumella con all’interno il famoso labirinto e la tomba François dove sono stati distaccati gli affreschi etruschi tra i più belli mai ritrovati, ed ora conservati in una collezione privata non visitabile. Queste località normalmente non si visitano nei percorsi giornalieri perchè prevedono aperture, orari, tempistiche e biglietti a parte, rispetto alla visita del Parco. Per conoscere gli aspetti funerari etruschi, noi consigliamo altri siti.

Le necropoli occidentali di Vulci invece, sono ancora oggi oggetto di scavi archeologici sistematici, che recentemente hanno portato alla luce diverse scoperte di tombe integre e mai violate, le famose mani d’argento ed ipogei monumentali come quello della tomba della Sfinge e quella dei Soffitti intagliati, che ora sono aperte al pubblico e incluse nel percorso di visita guidata che propone la nostra guida turistica.
 
Cosa vedremo nel Museo Archeologico di Vulci nel Castello della Badia e perché visitarlo con una guida turistica?
La bellissima struttura del castello ha avuto nel corso dei secoli molteplici utilizzi: da abbazia e avamposto monastico fortificato divenne centro d'assistenza dei pellegrini e ospitò anche i Templari. Passò alla famiglia Farnese e usato poi come dogana pontificia. Ha vissuto la stagione delle grandi scoperte archeologiche, caccia al tesoro e razzie, con le campagne di scavo di Luciano Bonaparte e a seguire dei Torlonia, fino a quando, nel secolo scorso è stato acquistato dallo Stato per ospitare il Museo Archeologico di Vulci.

La visita guidata al suo interno consente di entrare nei meandri di dettagli e curiosità, ma anche di posizionare gli oggetti che ora si trovano dentro le vetrine, all’interno di antiche abitazioni o tombe, conoscerne la loro funzione e comprenderne l’importanza. Offre inoltre un panorama completo della città etrusco-romana di Vulci: raccoglie infatti materiale proveniente da scavi effettuati dall'Ottocento ai primi anni 2000 soprattutto nelle vastissime necropoli, comprendenti circa 30.000 tombe che coprono un arco temporale che va dall'età del Ferro al III-II sec. a.C.
Il museo rispetta l’ordinamento cronologico dei reperti distribuiti su due piani dell’edificio e noi lo seguiremo nella nostra visita guidata per ricostruire il contesto nel quale ognuno di loro è stato ritrovato ed al quale apparteneva: le sepolture villanoviane sono ricostruite nelle vetrine in maniera straordinaria e le spille e monili sono posizionate su ricostruzioni di tessuti che ne mostrano il corretto utilizzo. Troveremo anche un premio delle Olimpiadi, vasi da nave, buccheri, gioielli ed ex voto, a testimonianza dell’alto livello degli artisti locali e degli scambi commerciali dell’antico centro etrusco e romano. Sarà grazie alla mediazione dell’esperta guida turistica che in modo leale e non “preconfezionato”, ma sulla base della sua conoscenza, della natura dei materiali e della tipologia di visitatori, che verrà scelto cosa può essere più apprezzato dal pubblico e con quali parole e/o oggetti sarà meglio spiegato. Solo così l’antico ponte della Badia unirà in maniera indissolubile il Museo/Castello al Parco/città e necropoli di Vulci.
 
Curiosità
Per chi arriva a Vulci per la prima volta, enorme sarà la sorpresa alla vista del Castello posto sullo scenografico ponte della Badia, la cui parte più antica risale al periodo etrusco, poi intorno al I secolo a.C. i piloni vennero inglobati nella struttura a tre arcate in opera quadrata per essere nuovamente modificato e collegato al Castello, nel Medioevo. Oggi per la sua forma viene chiamato “ad arcobaleno” ma per la sua perfezione strutturale, trova come suo esecutore il diavolo in persona e da qui il nome “ponte del diavolo”. Dal punto panoramico più bello che è un po' nascosto, vi mostreremo il fazzoletto che, secondo la leggenda, al termine dell’opera che è durata una sola notte, ha asciugato il suo sudore e tutta la fatica, tanto da restare pietrificato. Una volta sul posto vi racconteremo poi la spiegazione vera della presenza dell’enorme “fazzoletto” sul ponte. 
Il nome del Ponte della Badia invece deriva proprio dall’abbreviazione dell’abbazia monastica che vi era costruita nell’XI sec.
 
Informazioni tecniche importanti, caratteristiche del percorso e consigli della guida:
  • Percorso adatto a tutti, ma accessibile parzialmente ai disabili. Presenta sentieri comodi su terra battuta, percorribile con qualsiasi calzatura comoda e adeguabile ad ogni tipo di interesse, abilità fisiche ed esigenze.
  • Fuori l’ingresso c’è un grande parcheggio gratuito sterrato per bus ed auto.
  • All’ingresso del Parco ci sono distributori di acqua e bevande. Il bar più vicino si trova a 300 mt ma non è sempre aperto.
  • Una buona parte del percorso è scoperto e sconsigliato nelle ore calde d’estate o con temporale.
  • Lungo il percorso a piedi ci sono dei punti dove trovare acqua potabile.
Escursione a cura delle guide turistiche di Vulci di Antico Presente

 

 


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