L'antica Monterano nella riserva naturale (RM): la città fantasma del Bernini

L'antica Monterano nella riserva naturale (RM): la città fantasma del Bernini

Opere d'arte in mezzo ai boschi, un ambiente naturale integro tra soffioni vulcanici, piccole cascate leggendarie e una delle più belle città fantasma con ruderi d'eccezione: ecco cosa troveremo nella Riserva Naturale di Monterano, un’area protetta di circa 1000 ettari di terreno, ricchissimo di biodiversità e situato in provincia di Roma. E’ un luogo unico, dove storia e natura si fondono in un paesaggio di straordinaria bellezza. È una meta ideale per chi ama l'archeologia, la storia, la natura e i luoghi selvaggi.




L’antico borgo di Monterano, chiamato fantasma perché non ci vive più nessuno, si trova tra i monti Sabatini ed i monti della Tolfa ed è sviluppato su di un altopiano tufaceo situato tra due valli scavate dal fiume Mignone e dal fosso Bicione. Monterano è un luogo che incanta per il suo fascino e la sua storia travagliata: la sua bellezza, infatti, si deve al connubio tra ciò che resta dei suoi ricchi edifici che, sebbene in rovina, conservano ancora importanti testimonianze, e il meraviglioso paesaggio in cui è inserito e che gli fa da cornice. Il contesto in cui si trovano dona loro una certa spettacolarità e unicità, immerse, come sono, in una natura esuberante, a tratti quasi selvaggia. 

Quale è il modo migliore per visitare l’antica Monterano nella Riserva di Canale Monterano?

Questa antica cittadina, situata a pochi chilometri da Roma, è oggi un miraggio di un antico centro, dove la natura si è riappropriata lentamente del luogo, ma che conserva tracce di un passato glorioso e di un presente silenzioso. Il luogo si presta per fare delle bellissime passeggiate in natura, ma ciò che vi proponiamo noi è qualcosa di più, andando a ricostruire le parti mancanti degli edifici e ripopolando la vita quotidiana del borgo, con la narrazione della guida turistica di Canale Monterano. In questo caso non servono strumenti 3D ma la conoscenza profonda di un luogo, che ha ancora molto da mostrare e raccontare. La visita in solitaria potrebbe richiedere più tempo nella ricerca dei sentieri e rovine, farvi avventurare negli spazi usati delle enormi vacche maremmane libere e far perdere tutte quelle informazioni e dettagli che consentono di entrare nel vivo della sua storia. Con una visita guidata, avrai tutte le informazioni sui sentieri adatte ad ogni esigenza, informazioni logistiche e coordinate su come arrivare e parcheggi, su cosa indossare e cosa non dimenticare. Dovrai solo preoccuparti di avere spazio nella memoria della tua fotocamera e della tua mente, per collezionare bellissimi scatti e ricordi.

Cosa sapere, cosa fare e vedere nell’antica città perduta di Monterano

La posizione del borgo naturalmente difeso, circondato da rigogliosi boschi, terreni fertili e alla confluenza dei fiumi, ha garantito da sempre le condizioni idonee per vivere, tanto che la presenza dell’uomo è testimoniata dai periodi più antichi e con tracce di ogni epoca. Fu abitata nell’età del bronzo, poi dagli etruschi dei quali vedremo la grande tagliata e le tombe, dai Romani con la vicina Via Clodia e poi dopo alterne vicende passa sotto il controllo degli Anguillara e altre famiglie nobiliari romane legate al Papato, tra i quali i Colonna, della Rovere e gli Orsini. Questi ultimi ne sfruttarono le risorse minerarie, di cui era ricco il territorio, soprattutto zolfo e allume, proveniente dai Monti della Tolfa, incentivando lo sviluppo economico e demografico del borgo.
L’antica Monterano conobbe però il periodo di grande splendore, grazie all’acquisto da parte di Papa Clemente X (al secolo Emilio Altieri) che si adoperò per abbellire il territorio del Ducato di Monterano e migliorare le condizioni di vita degli abitanti. Affidò il progetto di rifacimento del borgo al Bernini, e nei ruderi riconosceremo la sua grande mente ed estro.
Ad esempio, la sua elaborazione concettuale voleva la fontana al centro della comunità, dove si svolgevano le vicende quotidiane ed il "vivere" della città, chiamando in causa gli elementi costruttivi dell'universo: l'acqua che sgorga dalla roccia e il leone, stemma del committente, la famiglia Paluzzi-Altieri. Sottointesa la rappresentazione della benevola concessione di un servizio pubblico da parte del potere. La conoscenza della storia di ogni singola struttura offre un'esperienza veramente unica che permette di passeggiare realmente tra i resti di antiche abitazioni, torri, chiese e palazzo baronale, respirare e rivivere l’atmosfera di allora.
 
Dopo avervi mostrato dove si trovavano le antiche porte, l’acquedotto, il granaio piccolo e l’antico orologio ci dirigeremo verso la suggestiva Chiesa di San Bonaventura, con annesso convento, che sorge come una cattedrale nel deserto su un altopiano attorniato dai fitti boschi. Si tratta del monumento più evocativo e rappresentativo dell’antica Monterano. Conserva alcuni stucchi alle pareti, il portale, due torri laterali e l’intero perimetro ma è senza tetto ed al suo interno vive rigoglioso un bell’albero di fico, volutamente lasciato per un motivo ben preciso. Anche sull’apparente decentramento della fontana ottagonale situata nel prato antistante la facciata, c’è una volontà precisa ma questa volta del Bernini, così come per la facciata principale del palazzo ducale, con un loggiato a sei arcate che si congiungono a due torri già esistenti. Non vi possiamo però dire tutto qui, ma ve lo racconteremo nella nostra visita guidata.

Perché Canale Monterano è stata abbandonata?

L’abbandono dell’antica Monterano è avvenuto forse anche a causa della malaria, che iniziò un graduale spopolamento, ma il più grande contributo lo ha dato l’occupazione militare del territorio da parte dei francesi, avvenuto nella fine del 1700.

Cos’altro vedere nella Riserva di Canale Monterano oltre al borgo fantasma?

L’aspetto naturalistico è il vero protagonista della Riserva di Canale Monterano. Esistono ambienti di vario tipo che dai valloni scavati nelle rupi tufacee passano a campi pianeggianti adibite al pascolo e dai boschi arriva alle valli fluviali con rocce sedimentarie ed aree con sorgenti minerali calde e fredde, frutto delle attività vulcaniche del passato.
 
Uno dei sentieri che frequentiamo più spesso parte dalla cascata Diosilla con il suo suggestivo colore dell’acqua che dal giallo ruggine, passa al blu, al biancastro, dovuto alla presenza di zolfo in sospensione. Costeggiando poi il torrente Bicione (originato dalla cascata) ci si inoltra nel fitto della vegetazione, lungo un percorso suggestivo attraverso pareti di tufo e archi di roccia naturali. Tutt’attorno, il rigoglioso bosco di querce è caratterizzato dalla presenza di rare specie di felci.
 
Raggiunta una cavità di tufo, anticamente utilizzata come cava di zolfo, e oltrepassato un ponticello in legno, si arriva alla grande piana su cui ribollono polle di acqua solforosa, dove l’ambiente sembra quello lunare e dove crescono piante diverse dal resto del territorio.
 
Un altro sentiero porta alla piana che lambisce il fiume Mignone dove si trova la ricostruzione della capanna di un buttero, gli antichi mandriani che popolavano la maremma e che ancora allevano qui vacche maremmane e cavalli che vivono allo stato brado. Incontrarle libere provoca la stessa emozione di è un vero e proprio safari, anche se consigliamo di non avvicinarsi molto. Oltrepassato il fiume invece c’è un’altra solfatara con caratteristiche morfologiche diverse.

Come scegliere il percorso della Riserva di Canale Monterano?

 In base alle condizioni fisiche, al periodo dell’anno nel quale si vuole svolgere l’escursione, trekking, hiking o visita guidata, alle condizioni meteo del periodo precedente alla visita, ad eventi organizzati dal comune o anche delle nascite degli animali bradi, è bene scegliere il percorso più idoneo.
Chiamateci e vi sapremo consigliare anche in base alle vostre esigenze e gusti. Vi forniremo tutte le informazioni e coordinate per l’appuntamento e parcheggio in base al mezzo con il quale arrivate.

 Curiosità sulla riserva di Canale Monterano

  • Nome: Monterano fu probabilmente fondato dagli Etruschi che avevano consacrato il territorio al Dio degli Inferi Manth, in latino Mantus. Da questo nome deriverebbe il toponimo Manturianum, poi Manturanum, con cui, dall’età tardo antica, si iniziò a identificare il sito di Monterano.
  • Corna vacche: può capitare di incontrare le maestose vacche maremmane e, oltre a consigliarvi di non avvicinarsi perché si tratta di animali poco abituati alla presenza dell’uomo, vi forniamo un modo per riconoscerne il sesso ed i pericoli ad esso associati. Le femmine quando hanno il loro piccolo possono diventare molto protettive e talvolta aggressive ed è meglio evitare il contatto. Potete riconoscerle perchè hanno le corna con la punta che va verso l’esterno come una specie di lira (strumento musicale). Il maschio, ovvero il toro, ha le corna a forma di mezza luna ed è bene stargli sempre alla larga.
  • Film: Monterano è stata infatti la location di numerosi film tra i quali il kolossal “Ben Hur” (1959) e tre commedie firmate da Mario Monicelli: “Guardie e Ladri” (1951), “Brancaleone alle Crociate” (1970) e “Il Marchese del Grillo” (1981), una cui scena girata proprio all’interno della chiesa e sotto il fico.

 Informazioni tecniche e consigli della guida turistica e ambientale della Riserva di Canale Monterano

  • Il percorso è accessibile ai disabili fino alla valle della zolfatara, partendo dal parcheggio della Diosilla. L’andata è in discesa e il ritorno in salita, con una buona pendenza e su un tratto di cemento.
  • Il sito è aperto a tutti e l’ingresso è libero.
  • L’uso delle scarpe da trekking per noi è obbligatorio. La presenza di gradini alti, su terra battuta e radici, che a volte si coprono di foglie, possono far scivolare con più facilità. Il fondo antiscivolo offre per questo, maggiore sicurezza.
  • Consigliamo l’uso di bastoncini.
  • Non ci sono bagni, chioschi e fontane di acqua per tutto il percorso, pertanto, si consiglia di provvedere a tutto prima di arrivare.
  • Non ci sono luoghi per ripararsi in caso di pioggia, ma si sconsiglia vivamente di farlo sotto gli alberi durante un temporale.
  • I cani sono ammessi solo con il guinzaglio, come in tutte le aree protette d’Italia. Noi consigliamo se possibile di non portarlo per la presenza di animali bradi. Ogni volta questo aspetto va concordato con la guida.
  • Si sconsiglia di rimanere a lungo in prossimità delle zolfatare a causa delle emissioni di gas che possono essere dannose se inalate a lungo. Fate soprattutto attenzione a bambini e animali che hanno un’altezza inferiore agli adulti e ne respirano una concentrazione maggiore.
  • Esistono diversi ingressi per auto, ma solo il parcheggio della Diosilla è idoneo per i bus.
  • E’ una delle più belle gite fuori porta da fare per spezzare i tour su Roma in occasione del Giubileo 2025 e farsi una camminata a pieni polmoni in natura. Ottimo itinerario per un tour nella Tuscia, Viterbo e dintorni, da abbinare alla visita guidata della Necropoli Etrusca della Banditaccia di Cerveteri, o al Palazzo Altieri e borgo ideale di Oriolo Romano, oppure al Castello Orsini/Odescalchi di Bracciano, affacciato all’omonimo lago.
Escursione e visita guidata a cura delle guide turistiche di Monterano (RM) di Antico Presente


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