Visite Guidate per famiglie e bambini nella Tuscia e il Viterbese
Un antico studioso inglese diceva che “La cosa importante non è tanto che ad ogni bambino debba essere insegnato, quanto che ad ogni bambino debba essere dato il desiderio di imparare.”
Scopriremo con loro che gli antichi principi etruschi di Tarquinia e Cerveteri avevano case piccole, visto che le loro tombe ne riproducono gli ambienti, al posto del divano usavano il triclinio e giocavano a dadi e dama come noi. Nei musei vedremo i loro oggetti, i loro giochi, le loro protesi dentarie e persino i loro tesori.
A Viterbo nel medioevo la vita era invece dura e ci si doveva difendere in ogni modo, tanto che le scale esterne delle abitazioni al primo piano erano senza ringhiera, per spingere il nemico in caso di qualche sgradita incursione. Anche le strade non erano dritte ma spezzate ed intervallate da vicoli stretti che agevolavano l’abitante locale a discapito del nemico a cavallo. Per non far marcire l’acqua nelle cisterne delle case mettevano dentro delle anguille vive, che poi mangiavano se avevano fame ed avevano rapaci legati fuori casa con dei cordini per catturare i tanti topi che infestavano le strade e ahimè anche le abitazioni.
Negli affreschi e sculture rinascimentali del palazzo Farnese di Caprarola e del Parco dei Mostri di Bomarzo invece, conosceremo i super eroi dell’epoca e scopriremo che tutti i grandi signori amavano “indossare le vesti” di Ercole per sembrare più forti e coraggiosi e invece di rappresentare momenti reali della loro vita sulle pareti o sculture, usavano immagini conosciute dei miti oppure frasi come indovinelli per far capire il messaggio solo ai più colti. Non avevano l’ascensore ma salivano ai piani nobili interni delle ville a cavallo e se avessero avuto bisogno di comunicare con i servi si sarebbero avvalsi di uno strano e rudimentale antenato del “citofono”, che funzionava con un cartoccetto che rotolava nel corrimano delle scale.
Nelle grandi fortezze come il Castello Odescalchi di Bracciano invece, non avevano i bagni ma utilizzavano delle sedie strane, sotto la cui seduta c’era un vasino da notte, chiamate “comode” e che forse lo erano pure, condividendo però il cattivo odore con chi era presente nella stessa stanza. Per difendersi invece dagli attacchi esterni e nemici che si arrampicavano sulle alte mura e torri, non usavano olio bollente, tranne solo quando necessario, ma acqua e a volte anche altri liquidi maleodoranti e scivolosi che è meglio non nominare!
Nel borgo fantasma di Celleno invece il tempo si è fermato e nella nostra visita guidata gli occhi non avranno bisogno di fantasia per ricostruire gli ambienti del passato, interamente arredati come in un museo a cielo aperto. Nel periodo moderno invece siamo abituati a parlare tante lingue e conoscere tante forme di arte, ma quella universale resta quella delle fiabe e nella Tuscia ci hanno dipinto quasi 60 murales giganteschi nelle mura esterne di un piccolo paese, Sant’ Angelo, che ci farà sognare, tra storie a lieto fine e delle grandi verità e morali.
Mostrare ai bambini i monumenti, raccontare loro con parole semplici la storia di quel castello o di quella città, non solo aiuta il bambino a dare un senso alla giornata che sta vivendo, ma sostiene il suo desiderio di imparare, di conoscere, di scoprire. C’è poi l’opportunità e lo stimolo al viaggio in quanto tale, all’avventura (senza esagerare), alla scoperta del nuovo che formerà figli più flessibili, più capaci di adattarsi a qualsiasi situazione e più curiosi di ciò che li circonda. Infine, scoprendo insieme si produce memoria condivisa: il sale della vita. Qualcosa che poi sfuma nel breve periodo, tanto che spesso i bambini non ricordano i particolari di un viaggio, ma riappare con profondità, nel lungo periodo. E la memoria, non è solo il ricordo, è una forza che unisce le persone e le rende più ancorate alla bellezza della vita. Saremo felici di partecipare con voi e contribuire al progetto di questi importanti e preziosi momenti!
Le nostre proposte
- Bolsena (VT): lago, borgo e catacombe
- Bomarzo (VT): segreti e simboli del Parco dei Mostri
- Bracciano (RM): il castello Odescalchi come nelle fiabe
- Caprarola (VT): il Palazzo Farnese, giardino e parco
- Celleno e S. Angelo (VT): castelli e borgo fantasma sul sentiero delle fiabe.
- Cerveteri (RM): la necropoli etrusca sito Unesco, lungo la via degli inferi
- Civita di Bagnoregio (VT): la città che muore nella valle dei calanchi
- I gioielli di Bagnaia (VT) : Villa Lante e il Santuario della Madonna della Quercia
- Oriolo Romano (VT): il Palazzo Altieri nel borgo ideale.
- Sutri (VT): anfiteatro, mitreo e necropoli sulla via Francigena
- Tarquinia (VT): museo e necropoli Monterozzi sito Unesco
- Tuscania (VT): il centro storico tra mura, torri e basiliche
- Viterbo la città dei Papi: centro storico e quartiere medioevale