Blera (VT): il borgo, la via Clodia e le necropoli

Il borgo di Blera si appoggia saldamente sulle rupi che emergono dalle gole dei fiumi e non lascia immaginare che nel basso ventre di questa “fortezza” si apre un alveare di caverne e cantine un tempo tombe e poi abitazioni, oggi trasformate in odorosi tinelli per riunioni e brindisi tra amici. La continuità degli ambienti e i loro riusi rendono il tutto un vero e proprio museo a cielo aperto. Il lento procedere dalla civiltà pre etrusca alla nostra, è visibile sui volti della gente e nelle abitazioni del centro storico, spaccato in due da una sorta di decumano, dove si infilava un tratto della vecchia via Clodia in arrivo da Roma e diretta ad altri importanti centri etruschi come Tuscania e la Toscana stessa. Prima ancora fu una delle più importanti città dell’Etruria meridionale legata alle sorti commerciali e culturali delle matriarche Tarquinia e Cerveteri.
Cammineremo poi lungo l’antica Via Clodia in un percorso che include una profonda strada con alte pareti ricavate nel cuore della roccia conosciuta con il nome di “tagliata etrusco”. Saranno forti le emozioni che proveremo: Meraviglia, suggestione e stupore ci accompagneranno percorrendo questa “cava Buia”, entrando nel particolarissimo colombario o tra le pianti giganti che lambiscono una piccola cascata in prossimità di una chiesetta rupestre, un fontanile ed una torretta medioevale. Proseguiremo un sentiero che costeggia il fiume per poi arrivare al Ponte della Rocca di epoca romana fino alla città eterna degli antichi etruschi con i loro sepolcri millenari.
Entreremo nel loro mondo e ne sveleremo i più affascinanti aspetti. Visiteremo la necropoli di Pian del Vescovo, un vero “villaggio” di tombe costruite per riprodurre le antiche case. A differenza di queste ultime, le tombe erano scolpite interamente nella roccia (arredi compresi), per ospitare per l’eternità "l’anima" del defunto che, secondo la fede etrusca, sopravviveva alla morte. E’ una delle rare occasioni in cui si può fare un viaggio nel tempo e ritrovarsi circondati da una realtà che ricalca architettonicamente ed in maniera dettagliata, gli originali ambienti. In questo breve percorso si riesce comunque a comprendere il concetto “urbanistico” che ha regolato la formazione della città dei defunti etrusca: monumentali sepolcri cubici – le famose tombe “a dado” – occupano il naturale piano inclinato della rupe tufacea disponendosi su ordini paralleli sovrapposti, collegati da gradinate e ornate di preziose modanature.
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