Blera (VT): il borgo, la via Clodia e le necropoli

La visita guidata di Blera vi sorprenderà! Il borgo, arroccato su uno sperone di tufo è contornato da necropoli rupestri etrusche, come nessun altro borgo della Tuscia e dei dintorni di Viterbo.
Il centro storico Blera non è un posto come un altro, almeno per quanto riguarda la ricchezza di memorie storiche e, se sono tanti i motivi per invitarvi a conoscerla, la somma di questi stimoli può essere condensata in un unico appello emozionale: venite ad immergervi nella bellezza delle forre percorrendo i più bei sentieri etruschi!
Nel territorio di Blera gli Etruschi vissero e costruirono le loro necropoli per ospitare i morti nella loro vita eterna e oggi la rupe del borgo si presenta come un alveare di caverne e cantine, un tempo tombe e poi magazzini, oggi trasformate in odorosi tinelli per riunioni e brindisi tra amici. La continuità degli ambienti e i loro riusi rendono il tutto un vero e proprio museo a cielo aperto. Visitarlo a piedi con una guida turistica locale, significa poterne conoscere le storie più segrete e gli scorci o reperti più sorprendenti, o addirittura poter entrare all'inetrno di ambienti privati che periodicamente vengono usati dai loro proprietari, che sono felici di mostrarli a qualche interessato visitatore. Un' esperienza vera ed prezioso valore aggiunto!
Gìà dalle epoche più antiche il borgo di Blera era collegato a Roma e alla Toscana, con l’antica Via Clodia, una via consolare romana nata su preesistenti tracciati etruschi, creata per scopi commerciali e che qui attraversava alcuni tratti con alte pareti, ricavate nel cuore della roccia, conosciute con il nome di “tagliate etrusche”. Sono forti le emozioni che provano quando ci si immerge fisicamente in queste opere ciclopiche e sembra ricordarci alcuni scorci della Cambogia, dove le antiche murature erano avvolte da radici di alberi, tra muschi e felci.
Cosa vedere a Blera e cosa non perdere sulla Via Clodia
L'antico tracciato costeggia l'intera rupe tufacea di Blera e scendendo da un versante si trova un quadrivio medioevale che conduce proprio alla tagliata denominata “cava Buia”, per la scarsa presenza di sole a causa delle alti pareti Prosegue poi nel particolarissimo colombario, sempre scavato nella roccia, accessibile con una piccola scalinata nascosta in uno slargo della rupe e con il suo grande ambiente che si presenta come un alveare, con tante cellette dove un tempo si allevavano colombi per essere mangiati. Il sentierino è molto carino e incrocia una radura con piante dalle foglie giganti che lambiscono una piccola cascata e segni di un'canalizzazione che alimentava un mulino.A poca distanza poi si trova una chiesetta rupestre, un tempo abitazione e poi luogo di culto dedicato ad un Santo che secondo la leggenda, uccise un drago liberando il paese ed i suoi abitanti dal male. Completa il tutto un fontanile nel quale un tempo si abbeveravano gli animali in etrata ed in uscita dal pasese e una torretta medioevale a guardia della sicurezza locale.
Seguendo inevece un sentiero che costeggia il fiume si attraversa una lunga tagliata preceduta da una infinità di tombe su vari livelli fino a raggiungrere il Ponte della Rocca, di epoca romana e realizzato utilizzando come cava la visvina necropoli rupestre. Si arriva poi alla città eterna degli antichi etruschi con i loro sepolcri millenari: la necropoli di Pian del Vescovo, è un vero “villaggio” di tombe costruite sul pendio di un colle, interamente traforato. In questa necropoli si riesce comunque a comprendere il concetto “urbanistico” che ha regolato la formazione della città dei defunti etrusca: monumentali sepolcri cubici – le famose tombe “a dado” – occupano il naturale piano inclinato della rupe tufacea disponendosi su ordini paralleli sovrapposti, collegati da gradinate e ornate di preziose modanature.
E’ una delle rare occasioni in cui si può fare un viaggio nel tempo e ritrovarsi circondati da una realtà che ricalca architettonicamente e in maniera dettagliata, gli originali ambienti.
Risalendo in un umbreggiato sentiero nel bosco si raggiunge il pianoro dove si trovava l'antica acropoli etrusca. Ora non è rimasto nulla del suo splendore, ma nasosti nei muretti dei vivaci orti, è pieno di reperti che ci raccontano un suo glorioso passato. Dal belvedere poi si scatta una delle più belle foto del locale paesaggio etrusco!
Caratteristiche tecniche del percorso e i consigli della guida turistica
Il percorso è su strada battuta e in qualche punto sconnesso.L'unica difficoltà è la salita che cambia in base alla lunghezza del percorso che si scegli di fare
Escursione a cura delle guide turistiche ed ambientali di Blera (VT) di Antico Presente