Blera (VT): acropoli, necropoli e ruderi del castello di San Giovenale

Blera (VT): acropoli, necropoli e ruderi del castello di San Giovenale

Per chi è interessato al mondo degli etruschi, la provincia di Viterbo offre numerosi siti archeologici che ne evidenziano le tracce meglio conservate.  La necropoli di San Giovenale è uno dei siti etruschi assolutamente da non perdere, per essere l’unica a fornire una visione completa sugli aspetti della vita e morte del popolo etrusco.

Portata a conoscenza del mondo scientifico solo tramite le indagini degli eruditi ottocenteschi, il territorio ben conosceva questa necropoli rupestre, che era divenuta nel tempo ricovero di uomini e dei loro animali che qui transitavano. Dopo la Seconda guerra mondiale, gli storici scavi di re Gustavo di Svezia portarono alla luce il resto dell’insediamento, collocato in una degli angoli più belli ed incontaminati della provincia di Viterbo. Una delle rare testimonianze di acropoli etrusche, con incredibili reperti sulla sconosciuta vita quotidiana del popolo etrusco, del quale, sino ad allora, si conosceva solo l'aspetto funerario. La visita guidata al sito archeologico di San Giovenale, attraverso la narrazione, permetterà di ricostruire con la fantasia le parti mancanti dell’abitato e sembrerà davvero di rivedere passare e sentire i rumori degli antichi carri, dei quali sono ancora visibili i segni delle ruote in un tratto dell’antica strada, di sentire le voci degli artigiani nelle loro botteghe e i lenti passi delle famiglie che si recavano nelle loro abitazioni situate nella parte residenziale dell’antica acropoli. Per secoli si sono alternate produzioni di bronzo, ceramica e vino, utilizzando al meglio ciò che il territorio metteva a disposizione, e tutto questo sarà evidenziato dalle spiegazioni della guida turistica di San Giovenale di Blera, che ne conosce la storia di ogni singola pietra.

Su un'altura estesa per alcuni ettari, sono stati presenti insediamenti umani sin dall'età del Bronzo. Il sito si trovava a controllo di un tracciato viario che collegava la costa tirrenica, i Monti della Tolfa, il vicino abitato di Luni sul Mignone, i centri etruschi del territorio di Barbarano Romano, Blera e Vetralla con la piana viterbese. Il percorso, che in età moderna prenderà il nome di “Via Dogana”, era in antico un importante asse viario lungo il quale si spostavano uomini, merci, e greggi, uno dei principali percorsi che collegava la Maremma laziale all'interno della Tuscia, e da qui a Viterbo ed alla valle del Tevere, a controllo del quale crebbero siti di controllo fortificati. Uno dei tracciati che consentiva di spostare le greggi dai pascoli estivi a quelli invernali e viceversa, in una millenaria attività pastorale definita transumante.
 

Cosa fare e cosa vedere al sito archeologico di San Giovenale a Blera 

 La prima cosa che visiteremo è la parte dell’antica acropoli, riconoscibile dalle grade copertura moderna che la protegge. Pensare che qui già nel VII secolo ci fosse una città ben organizzata e strutturata in una zona residenziale ed una produttiva, sembra impossibile. La presenza della guida turistica è fondamentale per riconoscere tra le varie stratificazioni delle strutture, i vari utilizzi e tecniche di costruzione. I dettagli che si conoscono sono veramente tanti e se vogliamo anche molto “moderni” come concezione.
Dopo la visita dell’acropoli, andremo a vedere i ruderi del castello medioevale, che è stato realizzato con il materiale recuperato dell’antica città etrusca. Accanto al perimetro, su una piana normalmente chiusa da un cancello all’interno del quale si trova un cavallo (se decidete di entrare da soli mi raccomando richiudete bene, così come avete trovato), si trovano i ruderi di una chiesa dedicata a San Giovenale, la quale ha dato il nome moderno all’antico sito del quale non si conosce quello originario. Se ci sarà tempo si può attraversare il pianoro fino ad una tettoia dove ci sono i resti di un paio di abitazioni residenziali, per poi raggiungere la “pua” del pianoro ed affacciarsi sulla forra che proteggeva l’antico abitato e che al tramonto regala una visione meravigliosa di un pezzo di territorio incontaminato, accompagnato quasi sempre dal sottofondo delle campane delle pecore, che rientrano dal pascolo brado. Scendendo poi dal sentiero che abbiamo percorso per salire ci dirigeremo alla necropoli. Per chi non conosce il territorio le tombe sembrano poche ma nei dintorni, su sentieri non sempre ben segnalati, c’è molto di più. In poco spazio troveremo una grandissima quantità di tombe, di diversa tipologia e dimensione e potremo entrare nelle stanze perfettamente scavate nella roccia, arredate da accurati arredi anch’essi scolpiti.
 
Se vi trovate a visitare Viterbo e dintorni e decidete di scoprire questo sito da soli, ed alla fine della visita alla necropoli e acropoli avete ancora tempo e siete attrezzati con scarpe adeguate e chiuse, vi consiglio di scendere nella forra scavata dal fiume Vesca, che attraversa un territorio ancora ricco di biodiversità, dove ancora è possibile rendersi conto della simbiosi in cui le culture villanoviana ed etrusca si trovavano con l’elemento naturale.
 

Cosa sapere del sito archeologico di San Giovenale e i consigli della guida turistica autorizzata 

L’area di San Giovenale è una delle aree di maggior richiamo turistico per il territorio di Blera. Riconosciuto ormai come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), questa zona si distingue per il forte impatto naturalistico, garantito dalla limitata antropizzazione, che ha consentito il mantenimento di un’ampia varietà di habitat e, di conseguenza, un abbondante presenza di numerose specie di animali: in particolare di rapaci diurni e notturni, come ad esempio la Cicogna nera (Ciconia nigra), favorita dalla presenza di rupi tufacee, ideali siti di nidificazione di queste specie di uccelli.

La fruizione è sempre garantita dal taglio delle erbe infestanti e che qui crescono lussureggianti ma può capitare che nelle stagioni piovose ci sia una crescita rapida della vegetazione. Consiglio per questo di venire muniti di pantaloni lunghi, scarpe chiuse e con una torcia per vedere gli interni delle tombe. Non vi aspettate pratino inglese e vialetti pavimentati: resta una necropoli selvaggia dove le testimonianze vanno scoperte, come facevano gli antichi viaggiatori di un tempo.

Non per tirare acqua al nostro mulino, ma quello di San Giovenale è uno di quei siti dove è altamente consigliata la presenza della guida turistica abilitata, che vi fornirà, oltre a tutti i dettagli storici anche quelli logistici e nascosti all’occhio di chi non conosce il territorio. Chiedeteci un preventivo e saremo lieti di accompagnarvi in questo angolo segreto della Tuscia, molto importante, fuori dalle mete più battute ed anche per questo molto selvaggio ed esclusivo.
 

Curiosità sul sito di San Giovenale

I reperti degli scavi archeologici svolti all’acropoli e necropoli di San Giovenale, si trovano al Museo Archeologico di Rocca Albornoz di Viterbo e meritano una visita guidata, che potete concordare con la nostra guida turistica. Questo museo è una tappa fondamentale etrusca, per completare la gita di un giorno fuori porta o da inserire in tour di più giorni a Viterbo e dintorni. Si differenzia dagli altri Musei della provincia di Viterbo per i materiali ed informazioni che riguardano la vita degli etruschi, e per alcuni ritrovamenti eccezionali qui conservati, come le statue dell'anfiteatro dell'antica Ferento, la biga della principessa di Castro con gli scheletri dei cavalli sacrificati e la ricostruzione del Tempio di Demetra con i suoi arredi, doni e ex voto perfettamente conservati.   

Informazioni tecniche importanti, caratteristiche del percorso

  • Il sito si trova a 10 minuti di auto dal vicino centro abitato di Blera o Barbarano Romano (VT), raggiungibile su una strada statale poco trafficata e con scarso segnale telefonico. Si arriva con i propri mezzi a ridosso del sito, e l'ultimo chilometro si percorre una strada un po' dissestata ma fattibile con auto. Si parcheggia su strada, facendo attenzione a lasciare sufficiente spazio al passaggio di macchine agricole, molto frequenti in questi terreni ancora molto coltivati.
  • Il sito non è accessibile ai disabili anche se il percorso è molto breve e su sentiero battuto in alcuni punti un po' sconnesso.
  • L’accesso ad alcune tombe avviene attraverso bassi gradini ma un po' consumati ed a volte coperte da foglie. Si richiede un po' di attenzione soprattutto per l’assenza di corrimano.
  • Le tombe non sono illuminate. La guida avrò sempre con sé una torcia per illuminare i bellissimi interni.
  • La lunghezza del percorso di visita a piedi è molto breve (meno di 1 km) e per questo adatto a tutti, ma molto ricco di importanti e rare testimonianze.
  • La visita guidata dura circa un paio di ore abbondanti (mezza giornata) e può essere unita alla visita del borgo di Blera o di quello di Barbarano Romano o al Museo archeologico di Viterbo dove sono conservati i reperti qui ritrovati. In questo caso la durata totale sarà una intera giornata.

Visita guidata a cura delle guide turistiche di San Giovenale a Blera (VT) di Antico Presente  

 

          


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